AIFA: le incongruenze e le dimenticanze nel suo ultimo report.
AIFA finalmente dopo un silenzio di 4 mesi dal suo ultimo report #9 emesso nell’ottobre scorso con i dati al 26/09/21, il 9 febbraio scorso ha emesso il report annuale (dati dal 27/12/20 al 26/12/2021) di ben 110 pagine! Molte delle quali diciamolo dedicate a parole parole parole come direbbe Mina… senza mai porre autocritica sul silenzio di 4 mesi, nei quali sono state raccolte e nascoste alla popolazione ben 24.077 segnalazioni in più, rispetto all’ultimo rapporto dell’Ema.
Già nelle fasi introduttive AIFA ha deciso di enunciare degli studi sull’effetto “nocebo” che si verifica quando una persona manifesta effetti collaterali dopo aver assunto un trattamento farmacologicamente inerte come appunto il placebo. Studi che indicando come il 64% degli eventi avversi è dovuto a tale fattore psicologico. Sul perché citare questi studi nelle pagine inziali, sinceramente lascia al quanto perplessi.
Dare premesse di questo tipo, per un ente verificatore, somiglia molto al “gesto” di Pilato prima di lasciare al popolo il giudizio di condanna a Cristo.
Il numero di segnalazioni registrate
Sono giunte a AIFA un totale di 117920 segnalazioni avverse, tasso di 109x100mila dosi, di queste 117mila il 16.2% sono considerate gravi in numero 19055 con un tasso di 17,6 per 100mila dosi.
In breve stiamo parlando di 1 segnalazione avversa ogni 1000 somministrazioni. E qui potremmo dire una cosa, non sarebbe più corretto parlare di popolazione vaccinata e non di dosi somministrate? Se fosse così con 48milioni di italiani inoculati ci sarebbe 1 reazione ogni 500abitanti. I tassi di segnalazione raddoppiano!
Delle segnalazioni gravi al momento della comunicazione, il 70% sono casi: non ancora guariti, in miglioramento, deceduti o dati non disponibili. Nel totale delle segnalazioni (gravi+non gravi) il 50% non ha ancora risolto la condizione. (Vedere pag.21 del report)
Il nesso di casualità secondo l’algoritmo del OMS valuta nella misura del 83% delle 19055 à 15731, di queste:
35.9% —>5656 casi sono correlabili alla vaccinazione;
37.7% —>5931 casi sono indeterminati;
21,6% —>3393 casi non sono correlabili;
4,8% —>751 casi sono inclassificabili;
Attenzione! C’è un 37.7% di eventi gravi indeterminato che significa: “ci sono fattori confondenti il cui possibile ruolo non è chiaro, le evidenze scientifiche sono controverse o c’è poca letteratura a riguardo”. Capito?? Quasi un 40% di segnalazione viene accantonato e coperto in questo modo.
Ricordiamo: queste sono diagnosi gravi che hanno portato persone a richiedere un ricovero ospedaliero, un esito di invalidità, di paralisi, di decesso..In poche parole “eventi clinici rilevanti.”
Da un ente controllore vi sentite rassicurati a leggere questo?
I decessi
AIFA riporta come nel database VAERS americano ci siano 0,0022% segnalazioni di decesso pari in numero a 11770. AIFA però si dimentica di dire che in 30 anni di esistenza del VAERS, in un solo anno le segnalazioni di decesso, per questi farmaci anti-Covid, sono più del 50% di tutti i decessi segnalati per tutti gli altri vaccini (Link alla nostra analisi). Non si può quindi affermare questo senza dare un confronto con farmaci e/o vaccini somministrati nel passato!
AIFA ha ricevuto un totale di 758 segnalazioni di decesso. Il numero dei 22 decessi considerati correlati alla vaccinazione da AIFA, sono il risultato del nesso di casualità seguendo l’algoritmo del OMS. Spiegare come questo algoritmo funzioni non è nostro mestiere, per chi volesse approfondire rimandiamo a questo (link).
Da questo schema si deduce che:
AIFA in 12 mesi non è riuscita ad esaminare 178 casi (il 23.5%);
47 casi, l’8% sono considerati inclassificabili: mancano elementi per un giudizio;
175 casi, il 30% sono considerati indeterminati: sono praticamente in “standby”;
Vista la condizione dubbiosa almeno i 175 casi indeterminati sarebbero dovuti essere inclusi fra i 22 casi accertati! Stiamo parlando di un 30%!
Se a questi sommiamo gli altri 178 casi non esaminati in un anno da AIFA, e ci dovrebbe spiegare il perché, perdiamo una parte consistente di dati che non possono rimanere nell’ombra o accantonati nella valutazione! In quanto i morti correlati alla fine potrebbero essere molti di più dei 22 citati da AIFA.
La farmaco vigilanza passiva e la sottostima
AIFA stessa dichiara che il 94,8% delle 118mila segnalazioni totali, sono spontanee derivate da sorveglianza passiva (e già qui la dice lunga).
AIFA a pag.25 scrive: […] i database di farmacovigilanza non sono dei registri clinici di raccolta di tutti gli eventi fatali che si verificano nella popolazione vaccinata ma raccolgono solo eventi temporalmente correlati alla somministrazione di un vaccino o di un farmaco, a seguito di un ragionevole sospetto da parte del segnalatore (operatore sanitario o no). Non si possono considerare come eventi “osservati” quei casi fatali che si verificano oltre un certo tempo dalla vaccinazione, da valutarsi in base alle caratteristiche del vaccino stesso. […]
Questa frase indica che ovviamente, se uno parte dall’idea che questi “vaccini” sono degli elisir non avrà molti “sospetti”. Senza contare il fatto che molte disgrazie avvenute nel 2021 in molti giovani under 50 (come dimostra euromomo per queste fasce d’età), siano state tutte “un caso” e non si preoccupano di segnalare. AIFA in altre parole non dice un’altra cosa: che segnalare non è obbligatorio ed è piuttosto una “seccatura” tale per cui non ci sono né incentivi a farla, né sanzioni a non farla.
Ecco i motivi per cui le segnalazioni sono enormemente sottostimate!
Stime fatte da studi di sorveglianza attiva, riportano di un fattore di almeno 100 volte superiore delle segnalazioni! Il ché vorrebbe dire nel caso degli eventi gravi, valori del 1.7% cioè 1700x100mila dosi e non 17,6x100mila raccolti da AIFA con la segnalazione passiva.
Inoltre incrociando i dati con il sistema V-safe americano di rilevazione telefonica a seguito della vaccinazione, si deduce dai dati rilevati che con la segnalazione attiva il fattore aumenterebbe di 640 volte! (Link)
I decessi attesi e osservati
AIFA sui 758 decessi segnalati, non ne considera 223 perché avvenuti dopo i 14 giorni dalla data dell’inoculazione.
AIFA introduce il concetto di decessi attesi: questi sono una valutazione su un campione di popolazione di 48milioni (pari ai vaccinati), che stima la probabilità di decesso osservata del 2019 in un periodo di 14 giorni per ogni causa di morte.
In questo modo AIFA ottiene un numero di decessi attesi e lo paragona ai decessi osservati avvenuti 533. Nel report a tal proposito si conclude che: [..] entro i 14 giorni i decessi osservati sono sempre nettamente inferiori ai decessi attesi (Tabelle 4-6). Non c’è quindi, nella popolazione di soggetti vaccinati, alcun aumento del numero di eventi rispetto a quello che ci saremmo aspettati in una popolazione simile ma non vaccinata [..]
Questa considerazione è fuorviante e senza senso! Perché AIFA avrebbe dovuto considerare il numero di decessi attesi come conseguenza di un vaccino di riferimento, non i decessi PER OGNI CAUSA.
Miocardite e pericardite
AIFA ammette l’aumento di rischio post somministrazione per tali patologie cliniche: su un campione di circa 2,8milioni di persone tra i 12-39anni, vaccinate tra il 27 dicembre 2020 e il 30 settembre 2021, ci sono stati 441 ricoveri ospedalieri o visite al pronto soccorso con una diagnosi di miocardite e/o pericardite (Pag.95)
Al 26 dicembre 2021, sono state identificate complessivamente 318 segnalazioni di presunta miocardite e 645 di presunta pericardite; AIFA cita come tutte le segnalazioni estratte sono state sottoposte alla valutazione indipendente di tre esperti in vaccino vigilanza e classificati secondo la definizione di caso del Brighton Collaboration Group per determinarne il nesso.
I risultati dopo l’applicazione di tale algoritmo, parlano di 256/318 miocarditi e di 443/645 pericarditi correlate alla vaccinazione.
Aifa conferma quindi l’aumento di rischio per tali patologie in particolare nei giovani di sesso maschile come si evince nel paragrafo dedicato nel report.
A riguardo rimandiamo a un nostro articolo dove era già stato valutato il tasso di rischio per le miocarditi nei giovani a seguito della vaccinazione: “I tassi di miocarditi post-vaccino riscontrati nei giovani americani (12-15 anni) sono 19 VOLTE superiori ai valori di fondo normali per queste fasce d’età”
Segnalazioni età pediatrica 5-16anni
Aifa a fronte di 4.178.361 dosi di vaccino e 1170 segnalazioni raccolte al 26/12/21, riporta un tasso di segnalazione pari a 28 eventi ogni 100.000 dosi di vaccino somministrate nella fascia pediatrica 5-16 anni. Di queste il 24% sono state considerate gravi.
Franco Locatelli ha subito dichiarato che per i più piccoli «il tasso risulta inferiore rispetto a quello riscontrato nella popolazione generale, 109 eventi ogni 100.000 dosi».
Ma questo ancora non si può dire! In quanto perché tali segnalazioni si fermano al 26 dicembre 2021. E viene esclude l’ultimo periodo temporale dove la spinta alla vaccinazione specie nei giovani, negli adolescenti e nei bambini è stata molto elevata!
Infatti per la fascia d’età 5-11, l’avvio della campagna vaccinale è stato dato il 16 dicembre: AIFA non riporta praticamente dati a riguardo! Speriamo di non aspettarli fra 4mesi, viste le ultime tempistiche per la stesura del report!
Ciclo mestruale e indicazioni per donne in gravidanza e in allattamento
AIFA minimizza l’aspetto dei disturbi mestruali che sono tutt’ora sotto esame da parte dell’EMA e nel documento di rischio di Pfizer (vedi paragrafo successivo), è considerato ancora un fattore di rischio da valutare e approfondire.
Per l’allattamento AIFA scrive testualmente: […]Relativamente alla vaccinazione anti- COVID-19 e l’allattamento, le evidenze scientifiche sono ancora scarse sebbene siano stati condotti studi ad hoc con l’intento di fornire, in tempi rapidi, dati sempre più accurati.[..]
E nelle note conclusive AIFA scrive a pag.59 […] In conclusione, da tali recenti evidenze scientifiche non emergono rischi per i neonati allattati da madri vaccinate contro il COVID-19. Alla luce di ciò, dunque, non vi è la necessità, per assenza di dati a sfavore, di evitare l’allattamento o di sospenderlo, per quelle donne che devono sottoporsi a immunizzazione[…]
Tali considerazioni ancora una volta cozzano con il piano di rischio elaborato da Pfizer aggiornato a fine novembre 2021. Nel dubbio e in mancanza di evidenze forse sarebbe meglio sconsigliare tali terapie farmacologiche durante la gestazione.
A tal proposito riportiamo due articoli di approfondimento già trattati da noi nei mesi scorsi.
AIFA e il piano di rischio dell’EMA.
AIFA a pag7, scrive esplicitamente: […] La vaccinazione per COVID19 è indicata sia in gravidanza sia in allattamento e non emergono particolari problemi di sicurezza dai dati di farmacovigilanza e di studi ad hoc in questa popolazione. Non vi sono evidenze che suggeriscano che i vaccini antiCOVID19 possano influenzare negativamente la fertilità in entrambi i sessi […]
E in riferimento alla terza dose nei soggetti immunodepressi, AIFA riporta a pag.39:
[…] In Europa, invece, un rapporto tecnico dell’European Center for Disease Control (ECDC) del 2 settembre 2021 ha sottolineato la necessità di prendere in considerazione la somministrazione di dosi aggiuntive di vaccino anti-SARS-COV-2 per persone con un sistema immunitario gravemente indebolito […]
Peccato però come nel documento dell’EMA “piano di gestione del rischio”, consultabile in rete nella sua più recente versione del novembre scorso (link), nella sezione VI del documento, a pag. 149, si trova una tabella che enuncia con chiarezza:
i rischi identificati (anafilassi e miocarditi),
quelli potenziali (potenziamento della malattia indotto dal vaccino)
e le informazioni mancanti.
Tra queste ultime:
- l'uso in gravidanza e allattamento;
- l'uso nei soggetti immunodepressi;
- l'uso nei soggetti fragili;
- l'uso nei soggetti con patologie infiammatorie e autoimmuni;
- le interazioni con altri vaccini;
- gli effetti di lungo termine.
Possiamo dire in conclusione che le raccomandazioni propagandate nel nostro paese fatta sia da AIFA, che da molteplici organizzazioni mediche e scientifiche, non paiono precisamente in linea con le posizioni ufficiali EMA e allo stato delle conoscenze difficilmente possono evitare di apparire come un azzardo non adeguatamente supportato dalle evidenze.