Se il prezzo al pubblico per un tampone rapido con reagente, si aggira intorno ai 3/4euro. Perché lo stato ci deve speculare così tanto?
Attualmente, in Italia si stima ci siano 3 milioni di lavoratori che settimanalmente debbano fare 2-3 tamponi rapidi per poter lavorare.
In questo nostro articolo vogliamo porre l’accento a come questa misura è volutamente diventata l’ennesima tassa sui cittadini.
La chiameremo la tassa sulla libera scelta.
Come funziona un tampone rapido?
Breve sintesi: con il tampone antigenico rapido, si cerca l’antigene. La presenza del virus è rilevata tramite la reazione tra antigene (la proteina Spike del virus) e anticorpo, che è presente all’interno del test.
In circa 15-30 minuti, si ottiene un risultato qualitativo, positivo/negativo o non valido, in caso di campione insufficiente. Il metodo è come quello del test di gravidanza che si acquista in farmacia.
Questo tipo di monitoraggio è nato per non intasare i laboratori delle strutture ospedaliere, quindi sono degli ottimi strumenti per eseguire degli screening in ampie fasce della popolazione, come i dipendenti di un’azienda, gli alunni, i pazienti degli studi dentistici, i passeggeri di un volo aereo.
Il kit solitamente è composto da questi elementi:
- Tampone di raccolta.
- Provetta pre-riempita con il reagente.
- Piastrina per il test.
La norma limita il fatto che, per l’ottenimento del certificato verde, il tampone debba essere eseguito da personale autorizzato. Il test fai da te quindi non viene considerato.
Quanto costano?
In rete distributori autorizzati dal ministero della salute, vendono tali kit con prezzi che oscillano dai 3,10 euro ai 3,80 euro a seconda della confezione (fonte)
L’operazione di prelievo richiede pochi minuti, il risultato dell’analisi viene fatto senza intervento dell’operatore (si tratta solo di “aspettare” l’azione del reagente), in quel lasso temporale quindi l’operatore può svolgere molti altri prelievi.
Come sempre in Italia indovinate cos’è che la fa da padrona in tutto questo? Si bravi! La parte burocratica.
Che sicuramente risulta un peso per la farmacia: le continue telefonate, prenotazioni, inutili fotocopie da presentare ogni volta per tessere sanitarie e documenti d’identità, oltre alla fase del pagamento e rilascio greenpass.
Tutte cose che potrebbero essere gestite in modo centralizzato, tramite portali web, dall’ULSS territoriale (che alcune già fanno,ma per conto proprio) per quanto riguarda: la scelta del giorno, ora, luogo, invio documentazione e pagamenti on-line e poi infine dirottare le persone nel territorio sgravando tutta la fase burocratica alla farmacia.
Tutte queste cose purtroppo costituiscono un grosso limite, voluto o meno, ma che alla fine si ripercuote su tutti e in particolare sul costo finale al cittadino (la melma scende sempre per gravità verso il basso…non scordatelo mai!).
I margini
Per tali motivi considerando i costi intorno ai 3-4euro per i materiali, moltiplicare per 3-4 volte il costo al pubblico non vi pare un tantino esagerato?
Stiamo facendo una campagna di screening per capire come evolve la “pandemia” oppure vogliamo spillare soldi ai cittadini con questa nuova tassa per chi lecitamente sceglie strade diverse come la legge prevede?
Come esemplificato ci possono essere degli accorgimenti che il ministero può ricorre per ridurne il costo finale, perché non lo fa?
Denari sottratti all’economia
In più tutti questi introiti vanno esclusivamente a ringrassare bilanci di USLL, farmacie e centri medici e vengono tolti all’economia reale fatta delle attività sotto casa.
180euro di tamponi x 3milioni x 5 mesi= 2.7 miliardi di euro!
Abbiamo posto 5 mesi perché voci di corridoio vogliono portate fino a marzo l’assurdità di questa cosa, ma al tempo stesso sottostimiamo il numero di cittadini coinvolti, in quanto ci chiediamo: chi non si vorrà sottoporsi alla terza dose, manterrà la validità temporale a 12 mesi della tessera di restrizione politica introdotta? Noi non ci scommettiamo
In ogni caso 2,7 miliardi di euro sono più del 10% di una manovra finanziaria classica di 20miliardi.
Con questi soldi, quante attività e quante economie si potrebbe risollevare dopo una crisi così devastante che ha solamente ampliato il divario tra ricchi e poveri e cancellato chi sta nel mezzo?
Ridurre il prezzo dei tamponi è una scelta che riguarda le tasche di tutti.