Perché dal Sud Africa emergono così tante varianti problematiche del virus SARS-CoV-2?
Con l’aiuto di alcune pubblicazioni scientifiche che riportiamo, proviamo a raccogliere degli “indizi” per dare risposta alla nostra domanda, che sarà la base della nostra considerazione finale, alla luce anche della situazione che stiamo vivendo.
Nello studio “The continuous evolution of SARS-CoV-2 in South Africa: a new lineage with rapid accumulation of mutations of concern and global detection” i ricercatori sono partiti dall'identificazione di una potenziale variante di interesse VOI assegnata al ceppo PANGO C.1.2 rilevato l’ultima volta a gennaio’21.
Da allora il C.1.2 è stato rilevato in tutto il mondo, nella maggior parte delle province del Sud Africa e di altri sette paesi tra Africa, Europa, Asia e Oceania. L'emergere di C.1.2 è stato associato a un aumento del tasso di sostituzione all’interno della proteina spike, identificato in tutti e quattro i VOC (Alpha, Beta, Delta e Gamma) e tre VOI (Kappa, Eta e Lambda); queste mutazioni sono associate a una maggiore trasmissibilità e a una ridotta sensibilità alla neutralizzazione.
"Come molti altri COV, C.1.2 ha accumulato un numero di sostituzioni oltre quello che ci si aspetterebbe dal tasso evolutivo di fondo di SARS-CoV-2. Ciò suggerisce la probabilità che queste mutazioni siano sorte durante un periodo di evoluzione accelerata in un singolo individuo con infezione virale prolungata attraverso la coevoluzione virus-ospite". (fonte)
Indizio 1
Per tale motivo il tasso di mutazione è intrinseco alla replicazione del virus, quindi qualcosa nelle condizioni di selezione in Sud Africa consente alle mutazioni di accumularsi più rapidamente.
Al 12 settembre 2021, il Sud Africa non è vaccinato per l'82%, con il 6% che ha ricevuto una sola dose e il 12% che risulta completamente vaccinato. (fonte)
"Le regioni geografiche con bassa copertura vaccinale, sono serbatoi evolutivi che forniscono variazioni ereditarie nella suscettibilità del virus agli anticorpi indotti dal vaccino. Le regioni geografiche con elevata copertura vaccinale forniscono la componente di selezione naturale. Le regioni a bassa e alta copertura vaccinale agiscono quindi di concerto per promuovere l'evoluzione dei mutanti del vaccino e che possono dare origine a una diffusione rinnovata e senza restrizioni di SARS-CoV-2. (Fonte)
Indizio 2
I risultati dello studio appena citato “How unequal vaccine distribution promotes the evolution of vaccine escape” mostrano come le disparità di distribuzione e accesso dei vaccini in grandi popolazioni adiacenti come città, stati o paesi promuovono in modo più efficace l'evoluzione delle varianti.
Nell’articolo Unifying the Epidemiological and Evolutionary Dynamics of Pathogens si evidenzia come:
"Le risposte immunitarie riducono la crescita virale, che riduce la variazione genetica, creando una situazione da “Riccioli d'oro” (Goldilocks) per l'adattamento: una risposta immunitaria troppo bassa significa poca pressione selettiva per sfuggire all'immunità, mentre un'eccessiva risposta immunitaria interrompe la replicazione virale prima che possano essere generate varianti di fuga. In teoria, a livelli intermedi di immunità, c'è abbastanza replicazione virale per generare varianti di fuga e abbastanza pressione selettiva per amplificare quelle varianti in modo che crescano ad alta frequenza e possano essere trasmesse ad altri"
Indizio 3
In poche parole, la capacità del virus di espandersi liberamente fra ospiti immunocompromessi con bassa pressione immunitaria, e poi far selezionare quelle mutazioni da ospiti permeabili (immunizzati con vaccini leaky) con alta pressione immunitaria da cui fuggire; questo “rimbalzo” sembrerebbe creare la miscela perfetta per il vaccino-resistenza.
Conclusioni
Raccogliendo questi tre indizi citati, il Sud Africa rappresenta la ricetta perfetta per una fuga immunitaria virale guidata dal vaccino, questo potrebbe spiegare l’alto numero di sequenze registrate in questo paese.
Ora leggendo queste considerazione uno potrebbe dire: ”vacciniamo tutti per mettere la popolazione a pari livello di immunità.. per ridurne il tempo di infezione .. in modo tale di evitare l’evolversi delle varianti...”
Oltre ai problemi tecnici di vaccinare una platea di 7.6 miliardi di individui per chi supporta questa teoria, il vero problema è che vaccini non sterilizzanti, vaccini imperfetti (leaky) in virus a mRNA come SARS-CoV-2 che per loro natura si evolvono, non sono idonei a contenere un’epidemia di questo tipo.
In più l’efficacia del vaccino contro l’infezione è limitata nel tempo (5-6mesi) e quindi la presenza di diversi livelli di immunità fra la popolazione, dove il virus può per sua natura evolversi come dimostrato sopra, ci saranno SEMPRE anche con il 100% di popolazione vaccinata.
Usare il vaccino su parte circoscritte e limitate della popolazione, curare precocemente chi ne sviluppa i sintomi e lasciare che il restante si immunizzi naturalmente contraendo la malattia, potrebbe essere la via d’uscita.
In quanto, ricordiamo che la popolazione mondiale è per il 90% composta da individui di età <64anni (fonte) e la letalità della Covid-19 sotto i 60anni ha valori dello zero virgola che decrescono con l’età e con tassi di guarigione prossimi al 98%.
Nota a margine.
Segnaliamo il portale https://nextstrain.org/ncov/open/global dal quale è possibile analizzare come la diffusione delle varianti sia avvenuta nel tempo e nei diversi continenti. Provate Voi stessi a usare questo strumento, e confrontate l’evoluzione dei ceppi con l’avvio temporale delle campagne vaccinale nei vari paesi (avvenute tra fine dicembre e i primi mesi del 2021), cosa notate??
Buon lavoro