Lo studio dei ricercatori svedesi su Lancet che mette la parola fine al #greenpass
Nell’ultimo recente studio pubblicato su Lancet da parte di ricercatori svedesi (link), è stata analizzata l’efficacia dei vaccini Covid-19 mRNA nel tempo.
L’analisi ha coinvolto tra il 28 dicembre 2020 e il 4 ottobre 2021, 842.974 individui completamente vaccinati (2 dosi) ai quali sono stati abbinati 1:1 un numero uguale di individui non vaccinati. Così, la coorte totale dello studio comprendeva 842.974 coppie (N=1.684.958). I risultati sono stati raccolti tra il 12 gennaio e il 4 ottobre 2021.
In sintesi i risultati dello studio pubblicato:
l'efficacia del vaccino di BNT162b2 contro l'infezione è diminuita progressivamente dal 92% (95% CI, 92-93, P<0.001) al giorno 15-30 al 47% (95% CI , 39-55, P<0.001 ) al giorno 121-180 (dal 4°mese) e dal giorno 211 in poi non è stata rilevata efficacia (23%; 95% CI, -2-41, P0,07).
L'efficacia è diminuita leggermente più per mRNA-1273 (Moderna), stimata al 59% (95% CI, 18-79) dal giorno 181 (dal 5°mese) in poi.
Al contrario, l'efficacia di ChAdOx1 nCoV-19 (Astrazeneca) era generalmente inferiore e diminuiva più rapidamente, senza alcuna efficacia rilevata dal giorno 121 in poi (dal 4°mese) (-19 95% CI, -97-28).
Nel complesso, l'efficacia del vaccino era inferiore e diminuiva più rapidamente tra gli uomini e gli anziani.
Considerazioni finali.
Con un'efficacia che al quinto mese è sotto il 50% in un trial serio NON avrebbero mai dato l'approvazione a questi farmaci.
Per tale motivo, lo studio dei ricercatori svedesi su Lancet mette la parola fine al #greenpass, soprattutto perché NON è possibile a priori stabile sulla “carta” una presunzione di protezione e di durata (come invece quanto fatto dal nostro governo), viste le diverse variabili in gioco: età, sesso, condizioni patologiche nonché tipologia di farmaco somministrato (pure se nel mix eterologo delle dosi).
Ora i fanatici di casa nostra utilizzeranno questo studio per spingere indiscriminatamente sulla terza dose e poi la quarta come Israele (laboratorio a cielo aperto di Pfizer) sta già pianificando.
Ma che senso ha continuare su questa linea per una malattia con letalità e mortalità progressivamente prossime allo zero sotto i 60-70anni d’età?