La studio statistico che smonta il "mantra" del vaccino come unica soluzione possibile.
L'analisi della correlazione tra la % di popolazione vaccinata, la letalità, i positivi e le TI nelle singole regioni italiane
Nel seguente studio (link) pubblicato sull’European Journal of Epidemiology viene dimostrata la scarsa efficacia della campagna vaccinale di massa nella lotta alla diffusione della Covid -19.
Viene così smontata la narrativa del mainstream per la quale la colpa della diffusione del virus è dovuta esclusivamente a quelle zone del territorio scarsamente vaccinate. Gli studiosi hanno analizzato 68 nazioni e 2947 contee degli Stati Uniti per indagare la relazione esistente tra la percentuale di popolazione completamente vaccinata e i nuovi casi di Covid-19.
Nei paragrafi successivi analizzeremo la correlazione tra la vaccinazione e la mortalità delle nostre regioni italiane tramite l’eccellente strumento di analisi statistica disponibile alla libera consultazione nel portale statsalute.com
Il recente studio.
Gli studiosi hanno utilizzato i dati forniti da Our World in Data per l’analisi cross-country, disponibili al 3 settembre 2021 includendo 68 paesi che soddisfacevano i seguenti criteri: avevano a disposizione dati sul vaccino in seconda dose; avevano a disposizione dati sui casi di Covid-19; avevano a disposizione dati sulla popolazione; per l’analisi a livello di contea negli Stati Uniti, sono stati considerati i dati del team Covid-19 della Casa Bianca (fonte).
I risultati di questo studio sono a dir poco sconcertanti:
[…] a livello nazionale, non sembra esserci alcuna relazione discernibile tra la percentuale di popolazione completamente vaccinata e i nuovi casi di COVID-19 negli ultimi 7 giorni. In effetti, la linea di tendenza suggerisce un’associazione marginalmente positiva tale che i paesi con una percentuale più elevata di popolazione completamente vaccinata hanno casi covid-19 più elevati per 1 milione di persone. In particolare, Israele con oltre il 60% della popolazione completamente vaccinata ha avuto i più casi di COVID-19 per 1 milione di persone negli ultimi 7 giorni. La mancanza di un’associazione significativa tra la percentuale di popolazione completamente vaccinata e i nuovi casi di COVID-19 è ulteriormente esemplificata, ad esempio, rispetto all’Islanda e al Portogallo. Entrambi i paesi hanno oltre il 75% della loro popolazione completamente vaccinata e hanno più casi di COVID-19 per 1 milione di persone rispetto a paesi come il Vietnam e il Sudafrica che hanno circa il 10% della loro popolazione completamente vaccinata.
La figura 1 di seguito rappresenta la relazione tra casi per 1 milione di persone (ultimi 7 giorni) e percentuale di popolazione completamente vaccinata in 68 paesi al 3 settembre 2021. Si evidenzia la posizione di Israele completamente fuori dalla correlazione lineare.
[…] Anche nelle contee degli Stati Uniti, i nuovi casi medi di Covid-19 per 100.000 persone negli ultimi 7 giorni sono in gran parte simili tra le categorie di popolazione più o meno completamente vaccinate (Fig. 2). […] Inoltre, non sembra esserci alcun segnale significativo di diminuzione dei casi di Covid-19 in popolazioni completamente vaccinata (Fig. 3).
[…] Delle prime 5 contee che hanno la più alta percentuale di popolazione completamente vaccinata (99,9-84,3%), i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) identificano 4 di esse come contee a trasmissione “alta”. […] Al contrario, delle 57 contee che sono state classificate come contee a trasmissione “bassa” dal CDC, il 26,3% ha una percentuale di popolazione completamente vaccinata inferiore al 20%.
Gli studiosi precisano inoltre:
[…] Poiché si ritiene che la piena immunità dal vaccino avvenga circa 2 settimane dopo la seconda dose, abbiamo condotto analisi di sensibilità utilizzando un ritardo di 1 mese sulla percentuale di popolazione completamente vaccinata per i paesi e le contee degli Stati Uniti.
I ricercatori nelle loro note conclusive riportano parole che il vocabolario dei nostri illustri governanti e giornali, amplificatori del Leviatano tecnosanitario, sembrano aver dimenticato.
Qui le riproponiamo nell’originale:
Che tradotte:
[…] In sintesi, anche se si dovrebbero compiere sforzi per incoraggiare le popolazioni a vaccinarsi, lo si dovrebbe fare con umiltà e rispetto. Stigmatizzare le popolazioni può fare più male che bene. È importante sottolineare che altri sforzi di prevenzione non farmacologici (ad esempio, l'importanza dell'igiene della salute pubblica di base per quanto riguarda il mantenimento della distanza di sicurezza o il lavaggio delle mani, la promozione di forme di test più frequenti e meno costose) devono essere rinnovati al fine di raggiungere l'equilibrio tra imparare a vivere con COVID-19 allo stesso modo continuiamo a vivere 100 anni dopo con varie alterazioni stagionali del virus dell'influenza del 1918.
Riteniamo che una conclusione migliore di questa, non ci poteva essere.
L’analisi nelle singole regioni italiane.
Se lo studio citato sopra si riferiva a una ricerca fatta a livello mondiale, e concordiamo sul fatto che interpretare dati su così larga scala possa essere difficile e dare origine a bias statistici.
Attraverso il portale statsalute possiamo fare altrettanto considerando il microsistema delle nostre singole regioni.
Una breve nomenclatura per leggere correttamente i grafici che seguiranno:
il coefficiente di correlazione lineare tra due variabili (in questo caso la % di pop vaccinata sulle ordinate, posta come variabile fissa e la mortalità oppure letalità, contagio e terapie intensive a seconda delle scelte di visualizzazione), indica come varia una delle due all’aumentare dell’altra. Correlazione positiva significa che se una aumenta anche l’altra si comporta similmente, nella correlazione negativa invece avviene il contrario.
Il coefficiente di adattamento r2 indica il grado di dipendenza lineare tra le due variabili: viene detto anche coefficiente di determinazione ed è un indice ricco di significato, in quanto esprime la variabilità nella variabile dipendente spiegata dalla variabile indipendente. In parole più semplici, r2 rappresenta la variazione nei valori di y (es. mortalità, contagi, TI…) che può essere giustificata dalla variazione di x (es %di pop. vaccinata).
Dopo avervi illustrato questi concetti di statistica, riportiamo le schermate.
Correlazione % popolazione vaccinata e mortalità.
Analizzando la relazione tra mortalità e % popolazione vaccinata si scopre come sia presente una certa correlazioni lineare positiva, le due variabili si muovono in linea retta crescente e c’è una certa relazione di dipendenza r2 fra le due variabili
Se osserviamo le regioni, notiamo come dove si è vaccinato di più abbiamo:
il Fvg con una % di pop vaccinata del 77.2% ha un tasso di mortalità di 189.9 casi per 100mila abitanti;
l’ Emilia-Romagna con una % di pop vaccinata 82.5% fra le più elevate ha un tasso di mortalità di 136.6 e così similmente Veneto 119.5 e Puglia 113.6 casi per 100mila.
All’estremo opposto invece dove si è vaccinato di meno:
la p.a. di Bolzano con una % di pop vaccinata del 72.8 ha un tasso di mortalità di 44.2, la Calabria 51.9 casi per 100mila abitanti.
la Sicilia con una % di pop vaccinata del 71.9% fra le più basse, ha un tasso di mortalità di 94.9, inferiore di Umbria e Toscana dove con pop vaccinate oltre 81% i tassi di mortalità sono superiori, 98.6 casi per 100mila abitanti.
Correlazione % popolazione vaccinata e letalità.
Analizzando la relazione tra letalità e % pop vaccinata si scopre come sia presente una certa correlazioni lineare positiva, le due variabili si muovono in linea retta crescente e c’è una forte relazione di dipendenza r2 fra le due variabili
Se osserviamo le regioni, notiamo come dove si è vaccinato di più abbiamo:
il Molise con una % di pop vaccinata del 82.2% ha un tasso di letalità molto alto 3.9%; così come Fvg con una pop vaccinata al 77.2% il tasso di letalità è elevato al 3.4%;
Abruzzo con una % di pop vaccinata 79.3% ha un tasso di letalità di 2.9% e così similmente Liguria 2.9% e Veneto 2.5% di letalità.
All’estremo opposto invece dove si è vaccinato di meno:
la p.a. di Bolzano con una % di pop vaccinata del 72.8 ha un tasso di letalità del 1%; segue la Calabria 1.6% e p.a. Trento 1.7% di letalità.
la Sicilia con una % di pop vaccinata del 71.9% fra le più basse, ha un tasso di letalità del 2.2%, in linea con Toscana, Lombardia e Lazio dove la % di pop vaccinate arriva al 83%.
Correlazione % popolazione vaccinata e ingressi terapie intensive.
Analizzando la relazione tra gli ingressi in TI e % pop vaccinata si scopre come sia presente una notevole correlazioni lineare positiva, le due variabili si muovono in linea retta crescente e c’è una forte relazione di dipendenza r2 fra le due variabili
Se osserviamo le regioni, notiamo come dove si è vaccinato di più abbiamo:
il Fvg con una % di pop vaccinata del 77.2% gli ingressi in TI sono pari a 68.1 casi per 100mila abitanti; così come Umbria e Puglia con pop vaccinata al 81.3% e 83.1%, gli ingressi in TI sono fra i più elevati 67.3 e 64.3 casi per 100mila abitanti
All’estremo opposto invece dove si è vaccinato di meno:
la p.a. di Bolzano con una % di pop vaccinata del 72.8 gli ingressi in TI sono pari a 21.7 casi per 100mila; la Sicilia con la % di pop più bassa il 71.9% gli ingressi in TI sono 37.9 casi alla pari di regioni come Molise e Campania dove si è vaccinato rispettivamente il 82.2 e 77.1% della popolazione.
Correlazione % popolazione vaccinata e positivi.
Analizzando la relazione tra i positivi e % pop vaccinata si scopre come non sia presente una particolare correlazione, le due variabili sembrano non avere dipendenza; ma ciò che possiamo dire è che non esiste una forte correlazione negativa che indichi una diminuzione dei positivi con l’aumentare della popolazione vaccinata.
Conclusione
Siamo partiti da uno studio americano per arrivare ad analizzare la situazione nelle regioni italiane, attraverso un eccellente strumento messo appunto dal team del portale statsalute. Tali dati possono essere frutto di errori e di variabili che ne possono alterare i risultati, ma questa è la scienza è vale per qualsiasi ipotesi e tesi formulate.
Il mantra ripetuto di continuo dal mainstream che [..] il siero tanto laudato sia l’unica via per la soluzione dei problemi[…] è definitivamente smontato dai numeri e dalle analisi qui riportate.
Speriamo vivamente che in chi riveste responsabilità di governo, possa una volta per tutte aprire gli occhi, eliminando provvedimenti inutili e discriminatori come il greenpass e affrontare la questione senza interessi di parte e/o dettati dalle agende mondialiste, ma esclusivamente per il bene del Popolo Italiano.