La miocardite post-vaccinale negli adolescenti è 6 volte più probabile rispetto al rischio di ricovero per Covid-19.
Nello studio “SARS-CoV-2 mRNA Vaccination-Associated Myocarditis in Children Ages 12-17: A Stratified National Database Analysis“, ricercatori statunitensi affermano che gli adolescenti hanno maggiori probabilità di contrarre la miocardite correlata al vaccino piuttosto che finire in ospedale con Covid-19.
Basterebbero queste poche righe per porre un deciso STOP alle scelte dei governanti, ma purtroppo viviamo in un mondo alla rovescia e chi solleva dubbi e interrogativi come noi, viene messo al muro specialmente in Italia.
In riferimento al rischio di miocardite post-vaccinazione nei giovani maschi, Israele aveva valutato un tasso di rischio fra 1/3000 e 1/6000 (fonte); negli Stati Uniti invece, un primo rapporto del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) aveva identificato un tasso di circa 12,6 per milione (1/80.000) in età compresa tra 12 e 39 anni, approssimativamente 1/15.000 per i maschi in età 12-17 e 1/19.000 per i maschi in età 18-24 (fonte).
Sebbene il CDC inizialmente aveva identificato un grave rischio di miocardite nei giovani maschi rispetto agli adulti, non aveva provveduto a stratificare il rischio per le età adolescenziali (ad es. 12-15 e 16-17 anni).
Il 23 agosto’21, la Federal Drug Administration (FDA) ha pubblicato un rapporto per il vaccino Pfizer-Biontech che delinea “un eccesso di rischio [di miocardite] che si avvicina a 200 casi/milione” o 1/5000 nei ragazzi di età compresa tra 16 e 17 anni, che era tre volte superiore a quanto riportato dal CDC (fonte).
Solamente il 30 agosto’21 la CDC ha riportato tassi di rischio per i maschi per età 12-15 e 16-17 anni entro sette giorni dalla seconda dose di Pfizer per valori di 42.6 e 71.5 per milione. Per le femmine invece rispettivamente 4.3 e 8.1 per milione.
Obiettivi dello studio.
Per tali motivi, l’obiettivo principale dello studio oggetto di questo nostro approfondimento era quello di stratificare la miocardite post-vaccinazione con mRNA nella popolazione di 12-17 anni.
Il secondo, di fornire un aggiornamento/stima per completare i risultati del CDC e della FDA esemplificati precedentemente.
Il terzo obiettivo finale, di esibire un'analisi danno-beneficio della miocardite da vaccinazione mRNA, rispetto al rischio di ricovero per Covid-19 nei bambini senza o con più comorbidità, durante tre periodi (gennaio,luglio,agosto) caratterizzati da alti, bassi, moderati tassi di ospedalizzazione Covid-19 a 120 giorni.
Vedremo come l’analisi dei dati medici suggerisce che i ragazzi di età compresa tra 12 e 15 anni, senza condizioni mediche di base, hanno da quattro a sei volte più probabilità di essere diagnosticati con miocardite correlata al vaccino rispetto a finire in ospedale a causa della malattia virale.
La maggior parte dei bambini che hanno manifestato questo effetto collaterale ha manifestato sintomi entro pochi giorni dalla seconda iniezione di vaccino Pfizer/BioNTech, anche se un effetto collaterale simile è stato osservato con il vaccino Moderna. Circa l'86% dei ragazzi colpiti ha avuto bisogno di cure ospedaliere.
Per tale motivo il JCVI (Joint Committee on Vaccination and Immunisation: comitato di esperti esterni e indipendenti che offre consulenza al ministero della salute Inglese) NON ha raccomandato di vaccinare i bambini sani di età compresa tra 12 e 15 anni (fonte).
Analisi dei risultati.
I ricercatori hanno analizzato le reazioni avverse ai vaccini nei bambini americani di età compresa tra i 12 e i 17 anni, durante i primi sei mesi del 2021. Hanno rilevato un totale di 257 CAE dopo due dosi di vaccino Pfizer/BioNTech suddiviso in 162,2 casi per milione per ragazzi sani di età compresa tra 12 e 15 anni e 94 casi per milione per ragazzi sani di età compresa tra 16 e 17 anni. I tassi equivalenti per le ragazze erano rispettivamente di 13,4 e 13 casi per milione.
I confronti sono stati fatti tenendo presente il tasso di ricovero ospedaliero per milione, in tre momenti distinti contraddistinti da basso, medio e alto rischio settimanale in base ai trend dei contagi.
Infine, il rischio di CAE post-vaccinazione nei ragazzi di 12-15 anni è stato confrontato con il loro rischio complessivo di ospedalizzazione in base alla presenza o assenza di comorbidità; è stata considerata pure un’analisi aggiuntiva inerente ai casi asintomatici pediatrici riscontrati al momento del ricovero dopo l’esito del tampone. Tale entità di rischio è valutata con un tasso del 40% (adjusted for incidental admissions).
Nel sette mesi gennaio 2021-luglio 2021, il tasso di ospedalizzazione Covid-19 tra gli adolescenti (età 12-17) è variato da un minimo di ≤ 4 per milione a settimana (luglio 2021) a livello moderato (15 per milione a settimana a metà agosto 2021) e alto (21 per milione a settimana nel gennaio 2021).
Un adolescente sano potrebbe aspettarsi un ricovero per Covid-19 pari a 44 per milione; un adolescente con almeno una comorbidità potrebbe aspettarsi invece un ricovero per Covid-19 pari a 210.5 per milione durante un periodo a rischio moderato (agosto’21), e un valore di 294.7 per milione per tassi elevati riscontrati nella settimana di gennaio’21.
Si evidenzia come:
per i ragazzi dai 12 ai 15 anni senza comorbidità mediche che ricevono la loro seconda dose di vaccinazione con mRNA, il tasso di CAE è da 3,7 a 6,1 volte superiore al rischio di ospedalizzazione per Covid-19 a 120 giorni al 21 agosto’21 (ricoveri di 7 giorni 1,5/100k popolazione) e 2,6-4,3 volte maggiore in periodi di elevato rischio di ospedalizzazione settimanale (7 giorni di ospedalizzazione 2,1/100k), come nel mese di gennaio’21;
per i ragazzi di 16-17 anni senza comorbidità mediche, il tasso di CAE è attualmente da 2,1 a 3,5 volte superiore al rischio di ricovero per Covid-19 di 120 giorni e da 1,5 a 2,5 volte superiore in periodi di elevato ricovero settimanale per Covid-19. (studio in dettaglio);
Di fronte a tali risultati. il professor Adam Finn, membro di JCVI presso l'Università di Bristol, ha dichiarato:
"Resto fedele al consiglio di JCVI, che non è quello di andare avanti in questo momento con la vaccinazione di giovani sani di età compresa tra 12 e 15 anni per motivi di rischio-beneficio. data l'attuale incertezza, poiché esiste un rischio piccolo ma plausibile che i danni rari possano superare i modesti benefici".
Concludendo
I dati riportano chiaramente che tassi di CAE post-vaccinazione sono di 162,2 e 94,0/milione per ragazzi 12-15 e 16-17, rispettivamente.
Per i ragazzi sani le possibilità di CAE, o ricovero per CAE, dopo la loro seconda dose di vaccinazione con mRNA sono notevolmente superiori al rischio di 120 giorni di ricovero per Covid-19, anche nei momenti di picco prevalenza della malattia (gennaio’21).
Considerando che le conseguenze a lungo termine di questa infiammazione cardiaca associata al vaccino non sono ancora del tutto definiti e dovrebbero essere studiati, invece di attuare mandati di vaccinazione pediatrica in queste fasce d’età, perché ci vogliamo intestardire a tutti i costi a sperimentare farmaci in queste giovani generazioni? Perché non seguiamo l’esempio di Germania, Svezia, Norvegia e OMS che sconsigliano la vaccinazione dei bambini a basso rischio contro la Covid-19?
Ancora una volta chiediamo maggiori informazioni sui rischi/benefici e valutazioni sui danni che le strategie di dosaggio e vaccinazione possono comportare nel lungo periodo nella popolazione.