Ennesimo studio che dimostra come: NON ci sia differenza del potenziale di trasmissione fra persone vaccinate e non vaccinate, infettate da Sars-CoV2
Durante il luglio 2021, un focolaio di COVID-19 è stato identificato in una prigione federale del Texas, infettando 233 persone incarcerate in due unità abitative. Di queste 185, ovvero il 79%, erano completamente vaccinate contro il Covid19.
Il Federal Bureau of Prisons (BOP) ha collaborato con il CDC per indagare visto l’alto tasso di vaccinazione all’interno di questa comunità.
Nel seguente studio, sono stati valutati i marcatori di diffusione virale fra i soggetti vaccinati e non, risultati positivi al test molecolare (link allo studio)
Analisi e metodo di indagine
Degli individui risultati positivi, 95 hanno partecipato all’indagine e di queste, 78 (82%) sono state classificate come completamente vaccinati, mentre 15 (16%) non erano vaccinati e 2 (2%) erano parzialmente vaccinati e classificati come non completamente vaccinati.
Tra i partecipanti completamente vaccinati, la maggioranza (57/78, 73%) aveva ricevuto il vaccino Pfizer; in proporzioni minori hanno ricevuto il vaccino Moderna (14/78, 18%) e Janssen (7/78, 9%). La maggioranza (47/78, 60%) dei partecipanti completamente vaccinati ha completato la vaccinazione più di 120 giorni prima dell'inizio dell'epidemia.
Positività RT-PCR
Dei 95 partecipanti inclusi, sono stati raccolti 978 campioni per il test RT-PCR.
La figura 1 spiega come è avvenuta la raccolta dei campioni fra le due categorie e i risultati dei test:
Dalla figura 2 si osserva come NON si riscontrino particolari differenze della durata media della positività alla RT-PCR fra i vaccinati e i non vaccinati: la mediana è di 13 giorni per entrambi.
Mentre per i partecipanti con storia nota di precedente infezione da SARS-CoV-2 (indipendentemente dalla vaccinazione) la durata della positività è di 10 giorni, inferiore rispetto a 13 giorni tra i partecipanti senza infezione pregressa nota.
Tra i partecipanti completamente vaccinati, la durata mediana della positività è stata:
10 giorni tra i destinatari del vaccino Moderna;
13 giorni tra i destinatari Pfizer e Janssen;
fra i vaccinati con ciclo completato prima di 120 giorni e dopo i 120 giorni, la durata della positività si attesta a 11 e 13 giorni.
Conclusioni
In questa indagine, non sono state trovate differenze statisticamente significative nel potenziale di trasmissione tra persone vaccinate e persone non completamente vaccinate. Pertanto, i risultati portano a indicare che le misure di prevenzione e mitigazione dovrebbero essere applicate indipendentemente dallo stato di vaccinazione delle persone.
Nei luoghi di aggregazione, i test post-esposizione e la quarantena rimangono essenziali strumenti per limitare la trasmissione quando vengono identificati i casi, oltre ad altre misure di prevenzione raccomandate; queste analisi e dati si aggiungono a un corpo crescente di prove che caratterizzano il potenziale di trasmissione da persone vaccinate.
Capite da queste analisi come la vera scienza si interroghi costantemente nella misura di come le persone vaccinate, che vengono infettate da SARS-CoV-2, contribuiscano alla trasmissione: fatto tutt’ora non ben chiaro ai ricercatori.
Al contrario, il CTS di casa nostra come la maggior parte dei Governi europei, rimangono “sordi” a queste tipologie di avvertimenti e analisi.
Invece di promuovere lo screening dei test salivari quotidianamente, negli ambienti di lavoro e aggregazione sociale, lasciando la libertà di scelta alla vaccinazione specie nei soggetti sotto i 50anni (statisticamente non soggetti a forme gravi della malattia), si continua con politiche ridicole e discriminatorie come quelle del #greenpass e #supergreenpass che non fanno altro che dividere la popolazione e accrescere l’odio sociale.