Con le cure precoci si sarebbero potuti risparmiare almeno 1.36 miliardi di euro e allora BASTA con la litania che “PAGARE I TAMPONI AI LAVORATORI E' UNO SPRECO”
Il protocollo "Cover2" dell'Istituto Mario Negri ha dimostrato di evitare l'ospedalizzazione dei pazienti Covid-19 con un risparmio del 85% dei costi per la sanità pubblica
L’istituto Mario Negri nel suo ultimo studio A HOME-TREATMENT ALGORITHM BASED ON ANTI-INFLAMMATORY DRUGS TO PREVENT HOSPITALIZATION OF PATIENTS WITH EARLY COVID-19: A MATCHED-COHORT STUDY (COVER 2), tramite un algoritmo valuta l’abbattimento dei costi della sanità pubblica in seguito all’utilizzo delle cure precoci adottabili per contrastare la malattia Covid-19.
Lo studio ha valutato i risultati in 108 pazienti consenzienti con i primi sintomi da Covid-19, completamente gestiti a casa dai loro medici di famiglia nel periodo gennaio 2021/maggio 2021 e in altri 108 pazienti di età, sesso, e pazienti abbinati a comorbidità a cui sono stati dati altri programmi terapeutici.
Risultati
Solamente 1 paziente (0,9%) nella coorte "raccomandata" e 12 (11,1%) nella coorte "controllo" sono stati ricoverati in ospedale,
L'algoritmo proposto ha ridotto, dell'85%, la durata cumulativa delle degenze ospedaliere (da 141 a 19 giorni) e dei relativi costi (da € 60,316 a € 9,058)
Solo 9,8 pazienti dovevano essere trattati con l'algoritmo raccomandato per prevenire un evento di ospedalizzazione.
Il tasso di risoluzione dei sintomi principali era numericamente, ma non significativamente, più alto nella coorte "raccomandata" rispetto alla coorte "controllo" (97,2% contro 93,5%).
Con questo studio si dimostra come le cure domiciliari precoci avrebbero potuto salvare vite umane e ridotti i costi a carico della collettività. Invece le cose sono andate diversamente.
I giorni di ricovero degli ospedalizzati Covid-19
Dalle analisi dell’ ISS (link alla fonte) la tabella al punto 7 indica i tempi media di insorgenza dal ricovero al decesso sono 8 giorni, mentre sono 12 i giorni dal ricovero al decesso per chi accede alla terapia intensiva. Un’analisi dell’Asr Toscana (fonte) valuta una media di 11 giorni di permanenza nei reparti non critici, mentre considerando anche le terapie intensive arriviamo a 17 giorni.
Dove sono avvenuti i decessi per la Covid-19?
L ISS non fornisce una panoramica puntuale su quanti deceduti ci sono stati nei reparti, nelle terapie intensive, nelle RSA o a casa. La regione Veneto per rispondere a questo quesito, aveva fatto una valutazione su un campione di 3000 persone circa decedute fra febbraio e novembre 2020. (fonte)
La distribuzione era così composta:
56% deceduti nei reparti;
14.2% deceduti in terapia intensiva;
gli altri si distribuivano fra RSA e decessi avvenuti nella propria abitazione;
In Italia ad oggi ci sono stati 131000 morti per la Covid-19, se consideriamo i dati della regione veneto come riferimento nazionale significa che:
circa 73000 sono i morti avvenuti nei reparti ospedalieri non critici;
circa 18000 sono i morti avvenuti nelle terapie intensive;
Ripetiamo: sono stime partendo da un campione di una regione italiana, ma pensiamo che non si discostino dalla realtà nazionale.
Quali sono i costi giornalieri nei reparti per i ricoverati Covid-19?
Il Corriere in suo recente articolo (fonte) riporta valori di 709,72 euro/giorno per reparti ordinari non critici, mentre per la terapia intensiva il costo sale a 1.680,59 euro/giorno.
Il calcolo è complicato, specie per le terapie intensive, come scrive il quotidiano sanità in questo articolo; il costo per la degenza di un malato Covid-19 può variare dai 9mila ai 22mila euro (fonte).
I costi sostenuti dalla sanità nazionale
Il totale dei positivi in Italia da febbraio 2020 ad oggi è di circa 4.7 milioni.Di queste persone, le statistiche indicano come la percentuale di richieste di ricovero in ospedale siano 3.9% (fonte portale AGENAS ) e di queste il 12.6% ha avuto accesso in terapia intensiva. Sottolineiamo una cosa che non dovremmo scordare mai da questi dati: significa che il 96% guarisce “da solo” a casa!
Tornando al calcolo circa 180mila persone hanno richiesto cure mediche in ospedale per guarire dalla Covid-19 (il 3.9% dei 4.7milioni), e di questi circa 22500 hanno avuto accesso alle terapie intensive.
Quindi:
157.500*11giorni*709=1.23 MILIARDI DI EURO costi per area medica non critica di ricovero
(22500*11giorni*709) +(22500*6*1680) =175.5milioni+226.8milioni=402milioni circa costi per chi è transitato anche nelle terapie intensive.
TOTALE QUINDI 1.6MILIARDI DI EURO
Nota. Queste sono approssimazioni e stime, ci sono stati pazienti con tempi di permanenza nelle terapie intensive molto più lunghi dei 6 giorni considerati; come per le aree non critiche. Se osserviamo la forbice di costo considerata dall’analisi di quotidiano e sanità citata, stima valori che tradotti per i 180000 ospedalizzati può variare fra i 1.6miliardi e 3.9 miliardi di euro.
Le nostre considerazioni, quindi, sono valide pur rientrando nel valore più basso di costo per le casse della sanità pubblica.
Quanto si sarebbe risparmiato con le cure domiciliari precoci?
Con l’algoritmo utilizzato nel protocollo Cover2 dell’Istituto Mario Negri si sarebbero risparmiati quindi circa 1.36 MILIARDI di euro (85% indicato dai 1.6 considerati). Senza contare il numero di vite umane che si sarebbero salvate.
Conclusioni
Pagare i tamponi rapidi ai lavoratori non vaccinati per lavorare si aggira intorno a 1 miliardo di euro. Se avessimo applicato i protocolli di cura precoce nazionali nei mesi passati, avremmo evitato migliaia di morti e costi per la collettività. Non lo si è volutamente fatto. Si abbia almeno la decenza di non tirare ora fuori l’argomento dei costi dei tamponi per la collettività perché per le politiche di cura sbagliate adottate e difese dai nostri politici abbiamo pagato tutti un conto salato.
Ora se come il Ministro Lamorghese dice che per evitare tensioni non ha provveduto ad arrestare Giuliano Castellino, perché per evitare nuove tensioni il governo non provvede a ridiscutere gli aspetti più discriminatori del greenpass? La cosiddetta linea della fermezza potrebbe rivelarsi il primo grosso errore di Draghi.